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Maurizio Crovato

La storia della Festa delle Marie

Contrariamente alla regata storica, la festa delle Marie prevista per il Carnevale non è una festa inventata.

Ovvero creata e reinventata ad uso turistico. La regata storica rinata nel 1896 in occasione delle feste della Esposizione internazionale d’arte, poi Biennale, è un falso storico. Mai nessun doge ha sfilato lungo il Canal Grande e tanto meno a fianco delle dogaresse, in occasione di regate o manifestazioni sportive.

Il Doge al massimo sfilava con la Bucintoro in Bacino San Marco, durante la festa della Sensa o accoglieva in barca i reali di altri paesi che arrivavano in laguna da Fusina o San Giuliano del Buonalbergo. Falso il corteo di bissone per la Regina di Cipro, povera prigioniera degli interessi serenissimi in Levante.

La Festa delle Marie riproposta alcuni lustri or sono dal mitico Bruno Tosi, un giornalista critico lirico e teatrale che si reinventò la manifestazione, è un fatto storico realmente accaduto.

Da un lato Venezia si riteneva la seconda Roma e non poteva non avere una disavventura uguale al Ratto delle Sabine, dall’altro in epoca Medioevale il 2 febbraio veniva celebrata la ricorrenza della Purificazione di Maria. Secondo la tradizione nella chiesa patriarcale di San Pietro di Castello venivano benedette le coppie di giovani veneziani che si sarebbero sposate entro l’anno. Chiesa e patriziato sceglievano 12 ragazze indigenti per fornirle loro di una congrua dote necessarie per maritarsi. Le cronache assicurano che il 2 febbraio 973, nel mezzo della celebrazione religiosa, una banda maldestra di pirati dalmati, rapì una dozzina di fanciulle. I pirati furono presto inseguiti dai mancati sposi inferociti e raggiunti nei pressi delle lagune di Caorle, dove i veneziani si vendicarono uccidendo i dalmati e recuperando trionfalmente le spose.

Successivamente la festa assunse più contorni laici che religiosi e le Marie, così erano chiamate le novizie, venivano fatte sfilare lungo il Canal Grande con un corteo di barche. Vuoi gli immancabili commenti sarcastici maschili sulle ragazze in mostra, vuoi le invidie delle famiglie escluse, con figlie tipo Genoveffa e Geltrude modello fiaba di Cenerentola, vuoi che qualche Maria non era un esempio cristallino di purezza, che il corteo si trasformò nel tempo in autentica gazzarra. Tanto che le autorità vietarono l’esibizione di ragazze dal vivo con una ridicola e farisea processione di manichini in legno, soprannominate subito dal popolino Marione e Maria de tola (ovvero di legno). Correva l’anno 1379, interessante dal punto di vista filologico per la nascita del termine universale di “marionette”. Il corteo venne definitivamente soppresso.

Ora il Carnevale 2016 premierà la Maria più bella purché residente nella città metropolitana, che in pratica corrisponde ai confini dell’antico Dogado.

Importante é che Maria non sia….de tola.

di Maurizio Crovato

Il quadro è di Giuseppe Lorenzo Gatteri ” Festa delle Marie “

 

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