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Cultura Maurizio Crovato

Mostra Carlo Naya, fotografo e imprenditore

Ci sono dei richiami storici che oggi fanno rabbrividire. La fotografia che Carlo Naya scatta nel 1875 al passaggio del corteo acqueo in Canal Grande in occasione della visita dell’imperatore Francesco Giuseppe a Venezia nel 1875. I gondolieri vogano con la mascherina. In Europa infesta il morbo del colera e le precauzioni non mancano. Il secondo richiamo odierno: le immagini di una Piazza San Marco desolatamente vuota, come abbiamo visto ai tempi del Covid-19. Tutto questo nella bellissima mostra, “Fotografo e imprenditore. Carlo Naya nella Venezia (ottocentesca) dei chiari di luna”, allestita a Palazzo Loredan dall’Istituto Veneto di Lettere, Scienze ed Arti, fino al 29 luglio. Mostra ideata da Carlo Montanaro, già docente all’Accademia di Venezia e storico del cinema, con il supporto storico di Alessandro Rizzardini, giornalista, Massimo Stefanutti, avvocato. Nella ricerca su Carlo Naya (1816-1882) emerge la figura enigmatica di un imprenditore degno di un romanzo giallo. Dalla sua nascita piemontese, al soggiorno di lavoro a Istanbul, alla passione per la fotografia, al mistero del doppio matrimonio, per concludere con un testamento degno di un romanzo di Hitchcock. Naya arriva a Venezia probabilmente nel 1856, dopo l’esperienza nella capitale dell’Impero Ottomano, la vecchia Bisanzio. Venezia sembra il suo destino fatale. É cittadino austro-ungarico, già sposato con una italiana, ma a Venezia si presenta poi con la sua direttrice, “seconda moglie”, Ida Lessiak. Zaratina, protestante di origine ungherese, sposata con un croato, residente in Austria. Nonostante le estenuanti ricerche d’archivio di Alessandro Rizzardini, nessun atto di matrimonio ufficiale lo testimonia. Sembra un fumetto di Corto Maltese. Fatto sta che Naya, laureato in giurisprudenza, ricco di famiglia, vende tutto per comperare a Venezia, Palazzo Molin, in Campo San Maurizio. Ne farà la sua casa-impresa-laboratorio. Oggi dire Naya é come dire Ottocento a Venezia. E Montanaro lo ha ben intuito, mentre Rizzardini nelle sue certosine ricerche d’archivio ipotizza collegamenti con la novella “Senso” scritta da Camillo Boito, attivo nella città lagunare, proprio in quegli anni. É la Venezia dei primi dagherrotipi, le prime foto di Byron. É all’avanguardia in Europa per la nuova tecnica fotografica. Non era un caso se qualche decennio prima un tale vedutista Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto, operava tecnologicamente avanzato con una camera ottica. Per la fraglia degli artisti veneziani era un semplice pittore da cartolina per turisti inglesi, per altri un artista moderno. Come per il cinema, successivamente, ci si chiede fin dall’inizio se sia arte o semplice tecnologia. Le bellissime foto ingiallite esposte alla mostra, nascondono storie fatte di avvocati famosi, denunce, querele e processi per diritti d’immagine e uso illegale di foto altrui, o taroccate. La meticolosa descrizione delle vicissitudini giudiziarie, indicano il nuovo business. E infatti Naya, farà la fortuna con la riproduzione di quadri famosi e affreschi. Sarà il primo a ottenere “l’esclusiva” di Giotto alla cappella degli Scrovegni a Padova. Ingegno, senso degli affari, avventura. Quando morirà a 63anni, lascia molti soldi agli istituti di carità. Al suo funerale nella chiesa di Santo Stefano, saranno presenti gli orfanelli del Pio Istituto Coletti, per gratitudine al loro benefattore. Naya, non si dimentica perfino di lasciare un po’ di soldi anche al suo barbiere di fiducia. A organizzare il sontuoso funerale con banda musicale e corteo di gondole, la “seconda moglie” Ida Lessiak, molto più giovane di lui. Finale degno del film “Senso” di Luchino Visconti: Ida si sposerà presto con Antonio Dal Zotto, il maggior collaboratore di Naya, più giovane di lei….Grande scoop della mostra, per la prima volta appare in fotografia, la Lessiak. La Belle Époque può cominciare….
ma i chiari di luna di Naya dureranno poco. Proprio da Venezia, qualche anno più tardi, ci penseranno i futuristi a volerli uccidere. Ma sarà un’altra storia e un altro secolo.

di Maurizio Crovato

Luogo: ISTITUTO VENETO DI SCIENZE LETTERE E ARTI – PALAZZO LOREDAN
Indirizzo: Campo S. Stefano, 2945, 30124 San Marco – Venezia – Veneto
Quando: dal 29/06/2020 – al 29/07/2020
Vernissage: 29/06/2020 ore 18
Autori: Carlo Naya
Curatori: Carlo Montanaro
Generi: fotografia, personale
Orari: da lunedì a venerdì, dalle 9.00 alle 17.00

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