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Carpaccio: tra Arte e alta Cucina

La parola Carpaccio ha due grandiosi significati. Se ci chiediamo: <cos’è il Carpaccio?> entriamo nella deliziosa sfera della gastronomia.

Infatti parliamo di un piatto prelibato, frutto del genio di Giuseppe Cipriani , che lo servì per la prima volta nel 1963. La contessa Nani Mocenigo, sua affezionata cliente voleva un piatto di carne cruda, nuovo e sfizioso, diverso dalla solita tartare e Cipriani gli propose delle deliziose fettine sottilissime di vitello accompagnate dalla sua famosa salsa universale. Ne nacque un’icona della gastronomia, un termine entrato oggi nel vocabolario della cucina per indicare delle fettine sottili di cibo crudo. Cipriani diede questo nome al piatto pensando alla prima mostra monografica di quell’anno, che Venezia ospitava a Palazzo Ducale, dedicata a Vittore Carpaccio.

Se invece cambiamo la domanda e ci chiediamo <chi era Carpaccio?> entriamo in un’altra meravigliosa sfera, quella dell’arte.

Vittore Carpaccio era un pittore che visse tra il 1400 (1465 circa) e il 1500 (1525 o 1526), a Venezia.

Si sa molto poco di lui, nemmeno la data certa di nascita e morte.

Firmava le sue opere dapprima col cognome del padre, Scarpazza, poi pian piano latinizzandolo in Carpaccio.

E’ il pittore dei teleri e delle storie fantastiche.

Di spicco sono i suoi cicli pittorici, cioè delle serie di tele di grande formato che descrivono le gesta di personaggi a sfondo religioso … possiamo definirli i Reel di una volta.

I committenti di questi cicli furono le scuole di Venezia, cioè le congregazioni sorte per riunire, a scopo benefico, gruppi di persone affini per provenienza, per mestiere o per intenti, sotto la guida di uno statuto.

Carpaccio fu un cantastorie silenzioso e travolgente, che amava ambientarle le storie in luoghi fantastici, quasi surreali, ma con chiarissima ed evidente ispirazione veneziana.

Le sue opere sono ricche di dettagli che lui cura con passione, sia di tipo architettonico che di tipo naturalistico.

Veramente meticolosa la sua attenzione per la varietà di specie di piante e fiori, la ricchezza di animali e di uccelli dipinti sui suoi teleri.

Nulla sappiamo sulla sua formazione, ne sulle influenze dall’esterno. Gli studiosi però, analizzando i suoi capolavori hanno riconosciuto chiaramente gli influssi della scuola dei Bellini , con i quali lui ha collaborato nella prima fase della sua vita artistica. Vittorio Sgarbi  parla chiaramente dell’influenza della scuola dei Ferraresi, di Perugino e Antonello da Messina.

E’ un pittore che ci fa fantasticare di luoghi esotici e gesta eroiche, ci fa percepire l’estasi e la contemplazione senza mostrarcela direttamente, ci rende fieri nel descriverci il trionfo della giustizia sul male e ci illustra tutta la potenza della Serenissima del ‘500.

Nella mostra monografica  di quest’anno a Palazzo Ducale, fino al 18 giugno, possiamo vedere riunite molte delle sue opere provenienti da tutto il mondo. Infatti su 79 delle sue opere, 35 sono già presenti su Venezia ma altre, di gran rilievo artistico, attualmente appartengono a musei o collezioni private e risiedono all’estero. Unica quindi è oggi l’occasione che abbiamo di poterne vedere così numerose, qui riunite a palazzo, negli appartamenti del Doge.

 

E’ l’esempio della famosa scena di “Caccia in Valle”, che qui si ricongiunge alle “Due Dame”, ricomponendo probabilmente una sorta di porta a soffietto che fu separata in due pezzi.

Altra rara occasione è quella di poter ammirare integralmente le “Storie della Vergine”, narrate dal Carpaccio nel ciclo pittorico realizzato per la Scuola degli Albanesi.

Fortunatamente Venezia custodisce ancora il ciclo di Sant’Orsola, recentemente restaurato alle Gallerie dell’Accademia e, nel suo luogo originale, i capolavori del Carpaccio, narratore di storie fantastiche alla Scuola di San Giorgio degli Schiavoni.

Scoperto quindi che bisogna porsi delle domande in modo corretto per ottenere delle informazioni pertinenti, consiglio a tutti di approfittare di questa occasione per visitare Venezia ancora una volta, per andare a conoscere di persona i capolavori di Vittore Carpaccio, magari facendo una sosta gastronomica in suo onore, con del Carpaccio fresco e delizioso, a base di ingredienti a piacere.

di Maria Cristina Bernardi

Maria Cristina Bernardi

La mia rubrica si intitola “Passeggiate a Venezia” perché è difficile starle lontana!
Parlerò di tutto ciò che vedo, che scopro, che imparo sulla città, con semplicità, proprio come fosse la prima volta che ci vado, come fossi … una marziana attirata dal luccichio dello splendore di una stella nel cosmo … la Serenissima.

E se volete vengo da voi, per parlarne, per accompagnarvi, per raccontarvi …..

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