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Cultura

Villa Contarini : Lo splendore della storia

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La strada che porta all’abitato di Piazzola sul Brenta verso la fine si apre in una grandiosa piazza semicircolare che valorizza in modo del tutto singolare la preziosa scenografia di Villa Contarini.

” La storia e il territorio si uniscono nelle antiche Ville che sorgono lungo la Riviera del Brenta. Un mondo assopito che aspetta solo di essere riscoperto.

La nobiltà veneziana ci ha lasciato eredi di queste opere meravigliose costruite tra il XVI e il XVIII secolo e spetta a noi valorizzarle, riscoprirle e amarle come esempio della nostra cultura nel mondo.
Piccole descrizioni e curiosità aiuteranno tutti ad avvicinarsi a queste ville con la speranza di sentirsi sempre più vicini alle tradizioni di un territorio come il nostro, intriso di storia, patrimonio e cultura. “

di Giorgia Zatta

VILLA CONTARINI: LO SPLENDORE DELLA STORIA

Essa caratterizza un punto geografico importante nella pianura veneta tra Padova e Cittadella; si tratta, infatti, di una delle più belle e più grandi ville che il Veneto custodisca, imponente anche per l’eccezionale lunghezza di 180 metri. La sua qualità architettonica e paesaggistica la fa emergere come una delle opere più importanti del territorio.
Essa rappresenta uno di quei celebri esempi di dimora patrizia che hanno contribuito a creare la cosiddetta “civiltà della villa veneta”. Piazzola, possedimento del comune di Vicenza fino al 1268, era un tempo difesa da un castello in origine della famiglia Dente, poi dei Belludi e quindi, dopo l’arrivo dei Padovani, dei Carraresi. Successivamente, il fortilizio fu tra i beni portati in dote da Maria di Jacopo da Carrara al marito Nicolò Contarini, patrizio veneziano.
L’anno di costruzione della “reggia” di Piazzola, così definita per la grandiosità che è tale da farla annoverare fra le residenze più vaste d’Europa, non può essere fissato con un’unica data precisa a causa dei molti ampliamenti e successivi rifacimenti. Il corpo centrale fu costruito, con molta probabilità sulle fondamenta del castello dei Da Carrara, nel 1546.
La magniloquente apparenza barocca con cui si presenta oggi villa Contarini è con buona probabilità il risultato della trasformazione seicentesca della villa rustica realizzata da Andrea Palladio negli anni 1540 per Paolo Contarini e i suoi fratelli in fastosa sede di rappresentanza e svago per l’ambizioso Marco Contarini, Procuratore di Venezia. Nella seconda metà del Seicento, infatti, per opera di quest’ultimo, il palazzo raggiunse quelle caratteristiche di complessità e sfarzosità architettonica che lo distinguono, facendone uno straordinario “luogo teatrale”. Come architetti sono stati fatti anche i nomi di Vincenzo Scamozzi e Baldassare Longhena.
Raggiunto il massimo splendore intorno alla seconda metà del sec. XVII, la Villa, passata in seguito in proprietà dai Contarini ai Giovannelli e, quindi, ai Correr, venne declassata da splendida dimora di rappresentanza ad usi agricoli, sino a quando ad opera della famiglia Camerini, che la acquistò a metà dell’Ottocento, subì nuovi ampliamenti e restauri.
Cessato anche il periodo cameriniano la Villa subì un nuovo periodo di abbandono fino all’acquisto, alla metà del secolo scorso, da parte del prof. Ghirardi e la successiva cessione alla Fondazione a lui intitolata. Dal 2005 la Villa è di proprietà della Regione del Veneto, attualmente impegnata nella sua valorizzazione.

La villa si compone di numerosi ambienti, che si sviluppano dal corpo centrale.
Al piano terra dell’ala occidentale, si trova la galleria delle conchiglie: la lunga galleria, oggi chiusa da vetrate, era in origine un loggiato aperto. La piacevole decorazione di gusto manieristico dispiega rilievi e cornici di conchiglie, che riproducono un repertorio di forme tratte in parte dal mondo marino (granchi, cavallucci marini, ancore).
L’insieme risale al XVII secolo, ma successive integrazioni furono apportate dai Camerini, il cui stemma compare sul pavimento antistante la scala dei Giganti ed in uno dei rilievi.
L’ambiente, restaurato negli anni Venti, aveva subito gravi danni a metà dell’Ottocento, a seguito dell’utilizzo come scuderia da parte delle truppe austriache.
Alle spalle della galleria delle conchiglie si trovano le cantine dei tedeschi, ovvero i locali adibiti a punto di ristoro delle truppe germaniche in servizio durante la seconda guerra mondiale. Le pareti sono decorate da pitture eseguite dagli stessi militari.
Al piano terra, nel corpo centrale dell’edificio, si trova la sala del pozzo, che accoglie una pregevole vera da pozzo quattrocentesca qui sistemata dai Camerini, mentre al piano terra dell’ala orientale vi è il Museo lapidario.
Al primo piano della Villa di notevole splendore è senza dubbio la Galleria Affrescata in cui troviamo la sala del ratto di Proserpina. L’episodio mitologico, tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, è raffigurato al centro del soffitto: Proserpina è rapita da Plutone, dio degli Inferi, che la porta con sé sul suo bianco destriero, strappandola ai genitori, Cerere e Giove.
L’episodio è incastonato entro un’elaborata architettura dipinta, che si avvale di un doppio ordine di balaustre: sedute su quella inferiore compaiono le allegorie di Poesia, Pittura, Scultura e Musica, a celebrazione di un luogo votato alla dimensione umanistica. Le pareti sono scandite da una serie di finte nicchie con sculture in bronzo dorato, tra le quali si riconoscono alcune Muse, Mercurio con il consueto copricapo alato e il caduceo, Diana con arco e cane e Minerva, protettrice delle scienze e delle arti, con scudo ed elmo.
Dalla Galleria Affrescata si accede al “Corridore” da dove si gode una splendida vista sul parterre anteriore dell’edificio. La sua costruzione appare posteriore alla realizzazione della facciata dell’ala destra per l’evidente scontro tra i differenti linguaggi architettonici dei due corpi.
Sempre al primo piano, la sala da ballo altrimenti detta degli stucchi per la straordinaria esuberanza decorativa, sembra annullare la consolidata percezione degli interni mediante l’uso di elementi non strutturali, quali i girali o i putti a rilievo a fattura secentesca. Alle pareti alcuni dipinti, tra i quali il Naufragio con la liberazione di uno schiavo eseguito nel 1620 dal pittore veneziano Carlo Saraceni. Gli affreschi, nonostante le successive ridipinture, sono attribuibili anche Gerolamo Pellegrini, per le affinità rilevate con le figure della superiore sala degli strumenti musicali, e vanno quindi datati, come questi ultimi, intorno al 1684. Ragguardevole, infine, il camino, che riprende nelle due figure adagiate sul timpano arcuato posto al sommo, quelle dell’Aurora e del Crepuscolo, realizzate da Michelangelo per la tomba di Lorenzo de’ Medici nella sagrestia nuova di San Lorenzo a Firenze.
Al secondo piano si trovano la grande biblioteca e le sale arredate nell’Ottocento dalla famiglia Camerini, che volle dotarsi di alcune comodità come il bagno e l’ascensore.
Dall’ingresso principale si entra nel grande auditorio, la sala più grande del complesso, il cui soffitto si apre al centro. Al terzo piano si trova infatti la sala della musica, dove erano collocati i musicisti durante le feste. La sala è fatta a forma di chitarra rovesciata, con il soffitto di legno e un foro al centro del pavimento, corrispondente al soffitto dell’auditorio. Le melodie intonate dai musicisti posizionati nei ballatoi superiori, vengono riflesse dal controsoffitto ligneo per diffondersi, attraverso l’apertura ottagonale del pavimento, nel sottostante auditorio. La sala è stata costruita nella seconda metà del Seicento su iniziativa di Marco Contarini. Quest’ambiente ben testimonia la qualità e la raffinatezza degli intrattenimenti musicali offerti dal patrizio veneziano agli ospiti della sua residenza di Piazzola. Nel soffitto vi è un appropriato pannello raffigurante Apollo citaredo e le Muse, opera di Vittorio Tessari (1860-1947) risalente all’ultimo decennio dell’Ottocento.

Sul retro della villa si esce nel parco attraverso la sala del pozzo. L’imponente complesso architettonico è, infatti, circondato da un ampio parco di tipo inglese che si estende per 40 ettari, con laghetto, tempietti, chalet, peschiere e ghiacciaia. Le peschiere sono uno degli elementi più antichi e affascinanti del parco. La loro presenza è già testimoniata dalle fonti iconografiche secentesche e costituivano lo sfondo ideale per feste e banchetti. Alcuni imponenti mascheroni e resti di statue antiche sono collocati ai lati del viale della peschiera. Questo materiale lapideo sarebbe servito per la decorazione dell’ala porticata semicircolare che, secondo il progetto di Paolo Camerini, avrebbe dovuto chiudere l’emiciclo della piazza antistante alla villa, ma il progetto non fu mai realizzato. Un canale emissario dalle peschiere alimenta il vicino lago.
Tra la peschiera e il lago vi è una collinetta artificiale che racchiude uno degli elementi che in passato caratterizzavano ogni parco: una ghiacciaia, probabilmente secentesca, univa la sua funzione utilitaristica di conservazione del ghiaccio durante la stagione calda alla possibilità di offrire un’occasione “paesaggistica” con la creazione di un percorso e di un belvedere sulla sommità. A lato della ghiacciaia Paolo Camerini aveva fatto realizzare uno scivolo su rotaia per barche: lasciandosi scivolare nelle acque l’abbrivio consentiva alla barca di raggiungere la sponda dell’isola. Dalla parte opposta della ghiacciaia uno chalet rivolto al lago permetteva di trovare ristoro dopo le partite di tennis che qui si giocavano su un campo di cemento.
Il lago era il luogo deputato alle gite in barca, ai giochi e ai momenti di relax. Alcune vecchie immagini riprendono eleganti signori che pattinano sulla superficie ghiacciata del lago. Questa straordinaria apertura scenografica data dalla presenza dello specchio d’acqua venne realizzata nel corso dei lavori di bonifica dell’area intrapresi alla fine dell’Ottocento da Paolo Camerini: la terra di risulta venne utilizzata per innalzare l’isola sulla cui sommità si erge ancora la statua del Cristo delle acque di Bistolfi.
Lasciato il lago, dirigendosi verso est, si può proseguire lungo il Viale dei pioppi che segue il confine del parco. Il percorso piega poi a ovest continuando nel Viale delle Contesse che con la sua estensione di circa un chilometro sottolinea il punto di maggiore ampiezza del parco lungo il suo asse est-ovest. Il percorso perimetrale prosegue poi, per circa 500 metri lungo il confine ovest, nel Viale degli ippocastani. Al termine del percorso perimetrale un viale di tigli collega il cancello a lato della chiesa con il parterre retrostante la villa. Sulla sinistra, affacciandosi al primo tratto di balaustra, si scorge la cascata che, con le acque della Roggia contarina, alimenta il Canale immissario che scorre sinuoso attraverso il grande prato fino ad alimentare il lago.
Forse questa villa è uno dei più meravigliosi esempi del patrimonio culturale del nostro territorio. La magnificenza della storia si apre ai nostri sguardi, la grandezza del nostro passato è rappresentata in queste opere e strutture. È importante conoscere questo complesso architettonico e paesaggistico, per perseguire l’impegno alla valorizzazione di questa villa (come delle altre). Dobbiamo “Vedere in essa non solo un museo di se stessa ma un suggestivo luogo della contemporaneità” da usare per incontri, eventi, mostre.

INFORMAZIONI
Biglietteria tel.   049 5590347
Segreteria tel. 049 8778272–73 – fax 049 9619016
E-mail villacontarini@regione.veneto.it

ORARI DI APERTURA
Periodo estivo
Dal 1° marzo al 31 ottobre
Tutti i giorni (domeniche e festivi compresi) dalle ore 9.00 alle ore 19.00. Chiusura biglietteria ore 18.00
Mercoledì chiuso
Periodo invernale
Dal 1° novembre al 29 febbraio
Tutti i giorni (domeniche e festivi compresi) dalle ore 10.00 alle ore 16.00
Mercoledì chiuso
Chiuso Natale e Capodanno.

Ingresso (in vigore da gennaio 2012):
FAMIGLIE (due adulti e fino a tre minorenni entro i 14 anni)  EURO 14,00
adulti  EURO 7,00
comitive (min. 20 persone) è gradita la prenotazione  EURO 5,00
studenti Scuole superiori e Università   EURO 4,50                   
anziani oltre i 65 anni  EURO 4,50
ragazzi dai 5 ai 14 anni  EURO 3,50
visita al solo parco:  biglietto unico EURO 3,50   non è consentito l’accesso al parco ai minori di 18 anni, se non accompagnati

Le manifestazioni potrebbero subire cambiamenti, pertanto vi consigliamo di verificare l’evento contattando direttamente gli enti organizzatori.
Veneziaeventi.com non è responsabile di eventuali modifiche delle date dei singoli eventi.

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