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Colori, Vita Vera E Pubblicità!

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Romanzo rosa di Stefania Bertola, Einaudi. Olimpia fa la bibliotecaria, è un’amante del cappuccino al bar, e la vera passione – la passione che tutto travolge – l’ha provata solo per tre giorni, nel 1977.

Paola è avvocato, si è lasciata un matrimonio alle spalle e indossa vistosi giubbotti da aviatore. Nicola, invece, è un tipo che non si fa notare: brunetto, sui trenta, è anche carino, ma bisogna guardarlo sette o otto volte per accorgersi di lui. Manuela, poi, ha quarant’anni ed è disoccupata, ma investe i cento euro di un Gratta e Vinci per partecipare al corso in cui tutti questi personaggi s’incrociano: Come scrivere un romanzo rosa in una settimana, che Leonora Forneris, insegnante spinosa e scrittrice di fama, tiene al Circolo dei Lettori. Con la ricetta giusta e i trucchi del mestiere per confezionare, lezione dopo lezione, pagina dopo pagina, giorno per giorno, un Melody di sicuro successo.

Tra passioni di carta e flirt reali, marmellate alle arance amare e misteriose limousine, uomini che amano i cani e donne che amano i gatti, Stefania Bertola ci trasporta con ironia e intelligenza in un universo dalle tinte pastello, creando un romanzo che sa di rosa. In ogni senso. (dalla quarta di copertina)

“… Mentre parla, passa fra noi distribuendo a ciascuno dei fogli. Poi torna al suo posto e sta zitta, mentre noi leggiamo. Non ho mai visto nessuno stare zitto in modo tanto denso. Non si limita a non parlare, è come se emanasse silenzio, voglio dire, normalmente il silenzio è una cosa passiva, l’assenza di parole o suoni, il silenzio di Leonora Forneris, invece è attivo, è sostanzioso, come una schiuma, ecco, sí, è come se da lei uscisse una schiuma di silenzio.E avvolta in quella schiuma, leggo”

Mi piace molto Stefania Bertola,  i suoi sono romanzi frizzanti, un toccasana per l’umore, moderni, intelligenti.

 

Amo la vita di Gérard Depardieu, S&K editore, è un libro curioso, una serie di conversazioni “a cuore aperto” dell’attore con il giornalista Laurent Neumann… se ne leggono delle belle: giovinezza tumultuosa, gustosi aneddoti, vita privata romanzesca, cinema, famiglia, religione… Il suo rapporto con i registi, le attrici con cui ha recitato (e che ha amato). Gérard Xavier Marcel Depardieu è nato a Châteauroux il 27 dicembre del 1948.

Attore di peso, fisicamente e artisticamente, calca le scene da almeno 40 anni, conquistando tutti con il suo carisma.

Dopo tanti anni di lavoro e una vita così intensa, guardandosi indietro cosa vede?
«Non so chi sia davvero Gérard Depardieu. Ho avuto fortuna a fare questo mestiere, perché da giovane sono stato cacciato dalla scuola, dalla chiesa e non ho mai avuto un’educazione tradizionale. Non ho studiato, ma ho vissuto. Ho sviluppato una mia spiritualità studiando i testi sacri come il Corano. Ho avuto fortuna ad avere due genitori che si amavano, ma che, purtroppo, sono morti giovani. Non mi è stato regalato niente, ho lavorato moltissimo, ma ho fatto sempre cose che mi piacciono. E, al di là del tanto dolore che ho provato nella mia vita, comunque mi sento un uomo fortunato. Non ho avuto maestri, ma ho imparato dalla vita. Ho cercato di tenermi lontano dalla stupidità, anche se a volte sono stato il più stupido di tutti».

Choc emotivi…ci sono ruoli che ti fanno sprofondare in una depressione profonda?
Oggi meno. Sono invecchiato, ho più esperienza. Ma negli anni settanta da alcuni ruoli ne uscivo a fettine. Dopo aver interpretato un tizio che uccide la moglie e i suoi tre figli è difficile tornare alla vita reale come se niente fosse. Da un film come i Baroni della medicina non esci indenne! Per dieci anni ho fatto solo film noir, film duri, film dove mi auto mutilavo, dove uccidevo, dove crepavo anch’io. Mi hanno sparato un numero incalcolabile di volte nella pancia. In Barocco mi hanno anche strappato un occhiio! … Sono stato bruciato, assassinato, ghigliottinato… in Danton di Andrzej Wajda sono salito alla ghigliottina due volte: il primo giorno di riprese per non pensarci più e l’ultimo giorno. Posso assicurarti che la seconda volta hai davvero fifa… Quando giravo questo film, non mi rendevo conto dell’influenza che avevano sulla mia vita privata. Così, a riprese finite, attraversavo fasi di depressione violenta, di malinconia, di astenia, di abbattimento totale, di prostrazione. Me ne sono accorto più tardi quando ho incontrato Truffaut per L’ultimo metrò e quando ho cominciato a girare commedie come La capra (di Francis Veber).

Che pensi del personaggio di Obelix?
Mi assomiglia moltissimo. E’ semplice come un bambino. Ama la natura ed è sempre disponibile ad aiutare gli altri. Certamente è un personaggio positivo.

A proposito dei cinghiali che tu abbatti…Essendo un grande gourmet, come consigli di cucinarli?
Amo molto la carne di cinghiale e non ho una ricetta precisa. Considero la cucina italiana la migliore del mondo e mi piace sedermi a tavola, tra una dieta e l’altra….

“Un libro intervista infarcito di aneddoti tra risate e lacrime. Una confessione intima ai limiti, talvolta, dell’impudenza”. (Alain Blanchard- La Nouvelle République)

“Depardieu si mette a nudo ma, al tempo stesso, mette in scena se stesso. Sempre vivo, ogni giorno di più” (Christophe Barbier, L’Express Livres)

“Un libro appassionante… Qualcuno ha scritto che Depardieu è Shakespeare per la dismisura e la violenza delle passioni; Balzac per il segreto, il denaro, gli affari, la provincia, i legami d’amicizia; e Henry Miller per le donne, l’alcol, i viaggi, le avventure. Disposto a riconoscersi in questo ‘collage’ letterario, l’interessato nota solo la mancanza di una nota mistica alla Dostoevskij”  (Tullio Kezich, Corriere della sera).
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Metti un tigre nel motore. L’immaginario pop degli anni 60/70  a cura di Francesco Coniglio e Antonio Veneziani (Coniglio editore).
E’ un bellissimo catalogo ricco di pubblicità: gli annunci pubblicitari d’epoca riprodotti sono tratti dai periodici “Epoca”, “RadiocorriereTV”, “TV Sorrisi e Canzoni”, “Playman” pubblicati tra il 1960 e il 1973.

Dalla Frizzina, che dà nuova vita all’acqua al Basta la parola Falqui, contro la stitichezza. Dal concorso Geo e Gea come lo chiameresti? Di Invernizzi milione al Debole per l’uomo in Lebole… Rim il dolce purgante, Super Faust il deodorante insetticida, che non addormenta… fulmina!

Dalla quarta di copertina… Con il boom economico e il benessere arrivarono anche le moderne pubblicità sui periodici. Ingenue, impertinenti, arroganti, pretenziose, hanno inciso pesantemente sull’immaginario iconografico e visivo di varie generazioni, di un’intera nazione. Una rassegna utile per non perdere il filo della memoria e per ricordare da dove veniamo. Un volume sulla storia dimenticata della cultura popolare, che colpisce l’emotività come un pugno allo stomaco. Evocative icone che riaffiorano dal nostro passato con elegante nostalgia.

 

Margherita Ruglioni

“Suggestioni letterarie e non solo… ” Un titolo per il dopocena? Una poesia che ti graffia l’anima? Una lettura leggera, un saggio, un fumetto. Le frasi di un altro, che ti appartengono come fossero state dettate dal tuo pensiero. Leggere è viaggiare, è incontrare, è non essere mai solo. Leggere è vita.  Nella rubrica ti darò solo qualche suggerimento… sta a te poi scegliere e scoprire gli intrecci.

Chi sono?

Tosco-Veneta, lavoro nella casa dei libri. Abito in una casa stropicciata, tra carte, parole e colori.
Creativa e spontanea, organizzo eventi culturali in biblioteca a Mestre, sono anche pubblicista e mi occupo di comunicazione. Leggo, scrivo, viaggio, amo. Adoro il buon cibo, il mare, la luce.
Quando posso sorrido. Penso, sì, penso molto.

margherita.ruglioni@gmail.com

 

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