Giuseppe Tassini, personaggio straordinario della Venezia dell’Ottocento, era un bon vivant 🍷🍝. Amava la buona tavola e le donne, e non si sposò mai — diceva di non averne il tempo. Morì, si racconta, per gli eccessi della gola… troppo mangiare, troppo bere ❤️🔥.
Conosceva ogni segreto dei bacari veneziani 🍤: il baccalà migliore si mangiava il venerdì all’osteria Alboretti all’Accademia, mentre le sardèle in saor erano imperdibili il mercoledì all’Aquila Nera. Ogni giorno della settimana aveva il suo menù perfetto 🗓️.
Non si definì mai uno storico, ma un “pelandron curioso” 📚 che passava il tempo tra archivi e scrittura. Morì il 23 dicembre 1899, aspettando la colazione portata dal cameriere. Aveva 72 anni. È rimasto nella storia come autore del celebre “Curiosità veneziane. Origine delle denominazioni stradali di Venezia” (1863), un best seller infinito.
Tassini si diceva un po’ strambo 🤪: figlio di un “turco” nato a Istanbul, ufficiale della marina austriaca, e di una madre prussiana. Il nonno, friulano, era stato l’ultimo ambasciatore veneziano alla Sublime Porta ottomana 🕌.
Oggi Tassini è tornato di moda grazie alla riscoperta dei nizioleti — i celebri “lenzuolini”, cioè i toponimi dipinti sui muri 🏷️. Solo Venezia poteva inventarsi rettangoli di calcina bordati di nero, con eleganti caratteri bodoniani, per raccontare la storia di ogni calle. Ogni angolo parla: campi, campielli, rio terà, corti, sottoportici… tutto è memoria 🌀.
E, diciamolo, Venezia ha una toponomastica che sembra un gioco di società 😏:
➡️ Calle della Fava
➡️ Ponte delle Tette
➡️ Fondamenta de la Donna Onesta
➡️ Casin dei Nobili
➡️ Calle Amor degli Amici
Sembra Sodoma e Gomorra… e invece è semplicemente Venezia 🎭.
Su Facebook, Alberto Alberti e Alberto Toso Fei hanno rilanciato questa passione con la pagina “Passato e presente dei Nizioleti” 📸. E l’assessora alla Toponomastica, Tiziana Agostini, ha proposto un “Nuovo stradario” ✏️ in cui segnala fino al 20% di presunti errori ortografici.
Tassini, ne siamo sicuri, ride nella tomba 😂.
Paròchia o parrocchia? Calle dei Albanesi o degli Albanesi? Corte del l’Angelo o de l’Anzolo? Sottoportego de la Madonna o Madona?
Per fortuna Rio Terà dei Assassini resta com’è 🔪.
E che storie nascondono questi nomi! Da bambino mi raccontavano che Riva de Biasio era il luogo dove l’oste Biagio cucinava zuppe… con i bambini 😳. Una volta nel piatto comparve persino una falange. L’oste fu torturato e giustiziato. Ancora oggi passo di là e mi viene un brivido 🥶.
Lo scrittore D.H. Lawrence ricordava che una città con 8.000 prostitute censite 😮 non potesse che avere una Fondamenta de la Donna Onesta. Se passate vicino a Ca’ Foscari, cercate l’effigie in pietra della “donna dabbene” 🗿.
Tassini annotò con ironia anche la Calle Amor degli Amici (San Polo):
«Nome che può ricordarci — non senza rossore — l’età dell’oro dell’amicizia.»
di Maurizio Crovato















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