L’8 gennaio 2024 si celebreranno a Venezia i 700 anni dalla morte di Marco Polo, il viaggiatore italiano più famoso al mondo, una doppia ricorrenza: i 770 anni dalla nascita di Marco Polo (1254), il settimo centenario della sua morte (1324).
Ma chi era Marco Polo ? Nasce nel 1254 a Venezia da una famiglia patrizia di facoltosi mercanti, originaria di Sebenico in Dalmazia. Più o meno in quegli anni — non si sa con certezza se prima o dopo la sua nascita — il padre Niccolò e lo zio Matteo partono per un viaggio commerciale in Oriente; e si stabiliscono, dapprima, nella capitale dell’Impero latino, Costantinopoli, poi a Soldaia, in Crimea, dove intorno al 1280 Marco il Vecchio (il fratello maggiore), in società con Matteo e Niccolò, fonderà una compagnia di affari.
Nel loro viaggio, i fratelli Polo si spingono fino alla corte del grande Qubilai, il conquistatore e unificatore della Cina, il più illustre discendente del Gensis Can; e durante questo loro primo soggiorno (1265) ottengono importanti privilegi e probabilmente anche la dignità nobiliare mongola.
Nel 1269, quando il padre e lo zio fanno ritorno a Venezia, Marco ha quindici anni; e poco più tardi, ancora giovinetto, probabilmente nella primavera o nell’estate del 1271, parte insieme con loro per la Cina, dove rimarrà per circa venticinque anni.
Dopo aver lasciato, nel novembre di quello stesso anno, San Giovanni d’Acri, verso il maggio 1275, i Polo giungono alla corte di Qubilai. Qui Marco, dopo aver assolto l’incarico, affidatogli dall’imperatore, di ispezionare le regioni al confine del Tibet e lo Yün-nan, viene elevato alla dignità di “messere” — titolo che lo lega direttamente alla figura del sovrano, di cui diviene informatore ed ambasciatore personale presso tutti i popoli dell’impero. E con questo titolo, per l’appunto, Marco viene menzionato nel Milione.
Durante tutta la sua permanenza presso la corte mongolica, per conto del Gran Khan, Marco svolgerà attività amministrative, lunghe e delicate ambascerie e incarichi diplomatici di prestigio, compiendo a tal fine diversi viaggi. Tra i tanti incarichi affidatigli, va segnalata la nomina, nel 1278, a governatore di Hang-chou, già capitale, sotto la dinastia dei Sung, del reame dei Mangi.
Nel 1292 i Polo salpano dal porto di Zaitun ed iniziano per mare il viaggio di ritorno in patria che si concluderà nel 1295. In quello stesso anno, poco dopo, in una delle tante battaglie navali che a quel tempo avvenivano tra veneziani e genovesi nel Mediterraneo orientale e nei mari italiani — non è dato sapere con certezza quale (non necessariamente quella di Curzola, come sostengono alcuni suoi biografi) — Marco cade prigioniero dei genovesi. E fra il 1298 e 1299, proprio nelle carceri di Genova, detta al compagno di prigionia, Rustichello da Pisa*, il suo resoconto di viaggio Le Divisament du Monde. Scritto nella redazione originale in franco-italiano, il libro sarà ben presto noto con il titolo di Milione: dal soprannome di tutta la stirpe dei Polo, per aferesi da Emilione, nome di un antenato della famiglia.
Ratificata la pace tra veneziani e genovesi, il primo luglio 1299, Marco torna libero e fa ritorno a Venezia, dove sposa Donata (probabilmente della famiglia Loredano), da cui ha tre figlie.
Fino alla morte, il viaggiatore veneziano si occuperà con lo zio Matteo di affari e commercio, oltre che soprattutto della diffusione del suo libro. Sappiamo che nell’agosto del 1307 consegna una copia del Milione a Thibault de Cepoy, affinché la recapiti a Carlo di Valois, fratello del re di Francia Filippo il Bello. Oltre a Carlo di Valois, se ne procurano copie l’infante di Portogallo don Pedro e numerosi nobili e principi. Il libro, ben presto volgarizzato, circolerà in versioni toscane più o meno fedeli, e riscuoterà, fin dai primi del Trecento, un notevole successo.
Il 9 gennaio 1324 Marco firma il suo testamento, che insieme con altri documenti, attesta come le proprietà dei Polo fossero in realtà più limitate rispetto alle meravigliose ricchezze che solitamente venivano attribuite loro. La modesta casa della famiglia, nell’odierna Corte del Milion, ne dà conferma.
Fonte www.italialibri.net
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