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Pietre a Venezia contro il Gioco d’Azzardo

Nei primi anni del XVII secolo a Venezia, stante il perdurare e la diffusione del gioco d’azzardo, delle scommesse, delle lotterie furono prese delle misure straordinarie.

Non ci si limitò a promulgare leggi e deliberazioni (peraltro prevalentemente ignorate) ma si volle stimolare la cessazione del gioco con forme più concrete e reali che colpissero la popolazione proprio perché essa stessa poteva rendersene conto con mano: si “visualizzò” la legge, la si incise su marmo e la si collocò all’esterno di molte chiese di Venezia, preferendo quelle annesse a conventi di monache o frati, dove doveva esserci maggior movimento e raccolta di persone. Si vietavano i giochi d’azzardo veri e propri come carte e dadi ma anche la palla, il pallone, il pandolo (mazza e pindolo ndr) ma anche bestemmiare, stendere i panni etc…
Ce ne sono ancora una quindicina in giro per Venezia: chiostro dei Frari, chiesa di San Polo, chiesa di San Giacomo dell’Orio, chiesa di S. Zaccaria, chiesa di S. Sebastiano, S. Girolamo, chiesa di Santo Stefano, chiesa di S. Andrea della Zirada (muro di recinzione Aspiv sotto il People Mover), chiesa Spirito Santo, Chiovere San Rocco, Corte di San Marco, convento Santo Stefano, Scuola Grande di San Marco (ospedale Civile).”
di Alberto Fiorn
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