Giorgio Vasari nel 1542 si trovava a Venezia e dipinse nove tavole per il soffitto di una stanza di Palazzo Correr. L’ho scoperto recentemente quando sono andata a vederlo alle Gallerie dell’Accademia, presentato in occasione dei quattrocentocinquanta anni dalla sua morte. Ma chi era Giorgio Vasari ? Era un pittore toscano vissuto a cavallo del 1500. È stato uno dei primi ad essere definito “storico dell’arte” perché scrisse “Vite”, un libro biografico di più di 100 tra i maggiori artisti del suo tempo. Grazie a lui abbiamo informazioni sulla vita di pittori, scultori, architetti come Michelangelo, Leonardo, Giotto ecc… .
Venne qui a Venezia su insistente invito del suo carissimo amico, Pietro Aretino. Evidentemente si trovò bene qui, perché si fermò più di un anno e durante il suo soggiorno ricevette anche un incarico da un’antica e nobile famiglia veneziana.
I Correr infatti avevano appena acquistato un palazzo sul Canal Grande dai Lando, un’altra importante famiglia della città purtroppo caduta in disgrazia economica.
Per riammodernarlo affidarono il compito all’architetto Sanmicheli che approfittò della presenza del Vasari in città per commissionargli la decorazione del soffitto della “Camera Nova”.
Palazzo Correr Spinelli nei secoli è passato di proprietà in proprietà e non sto qui a raccontarvi tutti i dettagli. La cosa più rilevante è che quest’opera del Vasari piacque moltissimo qui a Venezia ed il suo stile influenzò gli artisti veneziani in modo incisivo.
Si trattava di cinque tavole raffiguranti le virtù e quattro di dimensioni più piccole con dipinti dei putti, tutte tenute insieme da splendide travi intagliate e decorate con foglia d’oro.
Purtroppo nei secoli il palazzo cambiò più volte proprietario e le tavole del Vasari furono smontate e separate per essere prima ricollocate a parete, poi vendute o scomparse.
I passaggi di proprietà sono stati veramente traumatici perché qualcuno, senza alcun scrupolo, ha rimpicciolito la tavola della Fede ed ha perfino tagliato, sì proprio tagliato, la tavola della Speranza per separarne dei particolari, due dei quali mai ritrovati ed uno particolarmente apprezzato, che successivamente verrà identificato come il “Suicidio di Giuda”.
La cosa straordinaria che voglio raccontarvi oggi è che per fortuna la bellezza conquista i cuori e la passione per l’arte vince sempre.
Sì, perché nel 1987 comincia la paziente ricerca delle tavole del Vasari per poter ricomporre lo splendido soffitto della “Camera Nova”, grazie all’acquisizione da parte dello Stato Italiano della Giustizia, della Pazienza e di due dei quattro putti con tabella.
Ci sono voluti quasi quarant’anni e molte sono le parti coinvolte tra le quali il Ministero dei Beni Culturali, alcuni istituti veneziani, aziende private e personalità appassionate, ma alla fine questo lavoro sinergico e certosino ha permesso oggi, dopo quasi cinque secoli, di ritrovare otto delle nove tavole, restaurarle e raccoglierle insieme.
Le Gallerie dell’Accademia attivo attore di questa ricomposizione, hanno riservato una sala laterale del corridoio palladiano, ricostruendo esattamente gli spazi che occupava l’opera del Vasari, che finalmente oggi si può ammirare in modo particolarmente immersivo.
Ora cercherò di descriverla, anche se le parole non sono sufficienti ad esprimere tutta la bellezza e la meraviglia dell’esperienza.
Al centro del soffitto si trova la tavola della virtù della Carità, che solleva nella mano un pellicano che sfama i suoi piccoli. Intorno a lei quattro angeli stanno porgendo alle altre quattro virtù ai lati delle corone d’alloro. Un quinto angelo, appeso alla sua caviglia, indica un personaggio della tavola della virtù della Speranza. Ogni personaggio dipinto sulle tavole si collega con un altro, con armonici e profondi riferimenti allegorici, dando una visione filosofica religiosa di allora che era espressione del cambiamento religioso che era in atto verso la metà del 1500.
Una storia emozionante per un capolavoro inestimabile. Se voi foste qui a vederlo ne rimarreste affascinati. Le vicissitudini poi dei ritrovamenti e delle ricerche sono altrettanto entusiasmanti. Vi accenno solo che un pezzo della tavola della Speranza rimase per parecchio tempo sopra il camino, molto spesso acceso, nel castello di un Lord inglese. Quando ci vedremo vi racconterò tutto.
Maria Cristina Bernardi
Maria Cristina Bernardi
La mia rubrica si intitola “Passeggiate a Venezia” perché è difficile starle lontana!
Parlerò di tutto ciò che vedo, che scopro, che imparo sulla città, con semplicità, proprio come fosse la prima volta che ci vado, come fossi … una marziana attirata dal luccichio dello splendore di una stella nel cosmo … la Serenissima.
E se volete vengo da voi, per parlarne, per accompagnarvi, per raccontarvi …..
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