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Festa di Pesach

Questo sabato inizia la Festa di Pesachconosciuta anche come Festa della Libertà o Festa della primavera, in cui ricordiamo l’uscita degli ebrei dall’Egitto.

Ghetto di Venezia
La Pasqua cristiana, pur con diversi significati, trae origine da questa festività e la famosa ultima cena sarebbe proprio una cena pasquale.

I due principali comandamenti legati alla festa di Pesach sono: cibarsi di matzah (pane non lievitato) e la proibizione di nutrirsi di qualsiasi cibo contenente lievito durante l’intero periodo della festività: esso viene chiamato Chametz; in epoca antica ve ne era un terzo: l’offerta dell’agnello nella sera del giorno 14 del mese ebraico di Nisan ed il cibarsi quella stessa notte del sacrificio di Pesach. Sebbene parecchie siano le spiegazioni che sono state date al cibarsi di pane azzimo, la più accreditata è che si tratti di un ricordo del pane di cui gli Israeliti si cibarono durante l’Esodo: durante la loro fuga dall’Egitto non ebbero il tempo di far lievitare il pane. Nella celebrazione del Seder, un passo, da recitare con la matzah in mano recita “Questo è il pane dell’afflizione di cui i nostri padri si cibarono in terra d’Egitto…”melanzane alla giudeica

Le prescrizioni rituali hanno poi dato origine a una cena particolare, chiamata Sèder, celebrata nelle prime due sere della festa. Altri usi associati a Pesach sono il cibarsi di erbe amare ed altri alimenti durante la celebrazione del seder.

Durante le prime due sere si usa consumare la cena seguendo un ordine particolare di cibi e preghiere che prende il nome di Seder, parola che in ebraico significa per l’appunto ordine, durante il quale si narra l’intera storia del conflitto con il faraone, delle 10 piaghe e della fuga finale.

La celebrazione è colma di gesti visibili ed elementi necessari soprattutto perché i bambini possano osservare ed apprendere.
Durante il seder vengono utilizzate 3 matzot (azzime) che vengono tenute coperte da un panno e scoperte durante la lettura di alcuni brani. All’inizio della cena, dopo il Kiddush – la santificazione della giornata festiva fatta con il vino -, l’azzima di mezzo viene spezzata in due: una parte – detta Afikòmen – viene conservata sotto la tovaglia per poi essere mangiata dai partecipanti al termine della cena e talvolta conservandone un pezzettino bene avvolto in carta come buon augurio.

I bambini vengono coinvolti molto nel seder, attraverso brani a loro dedicati, immagini e quant’altro. Alcuni usano per l’afikòmen farne oggetto di ricerca, come fosse una caccia al tesoro, a cui partecipano spesso tutti i commensali.

Un altro interessante articolo Storie di ebrei e di melanzane     di Davide Federici

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