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Il Cadore di Tiziano Vecellio

Ma che montagne incredibili, che vallate verdi scintillanti, tutto sembra più colorato e più brillante qui a Pieve di Cadore! Il viaggiatore di passaggio pensa di vedere la casa natale del famoso pittore Tiziano Vecellio e di mangiare un panino allo speck ma si trova di fronte ad una sorpresa: questo piccolo paese del Cadore è un luogo di meraviglie per chi ama scoprire e ritrovare le origini di un territorio di grande ricchezza culturale.

Appena arrivata mi sono subito imbattuta in una struttura di vetro che chiude a vista l’angolo al piano terra del Municipio e che protegge, senza nascondere, i resti di un insediamento romano del secondo secolo … i romani … qui tra le montagne … quasi duemila anni fa … ! I resti furono rinvenuti nel 1951 durante una ristrutturazione.

Non si tratta di un insediamento qualunque ma il ritrovamento si riferisce al tappeto musivo di un ambiente romano destinato all’accoglienza, come ad esempio un soggiorno, che era fornito di impianto di riscaldamento a pavimento, cioè sotto ad esso c’erano dei cunicoli dove veniva confluita aria calda proveniente da un forno apposito, per scaldare l’ambiente. … che strano, pensavo che il riscaldamento a pavimento lo avessimo inventato noi nel 20° secolo!

Non vi viene automatico chiedervi cosa altro si possa trovare scavando nella zona?

Infatti, sulla piazza principale, li vicino, si affaccia l’entrata dell’interessantissimo Museo Archeologico, che custodisce ed espone proprio i reperti ritrovati nella zona, che ci“parlano” delle antiche origini dei cadorini, prima venetiche e poi romane, di come questa zona fosse un antico luogo devozionale, testimoniato dai numerosi eccezionali ritrovamenti.

E che dire della chiesa proprio li attaccata, dove tra le altre opere si può ammirare la “Madonna col Bambino” di Tiziano?

Sorprendente è scoprire quanto carattere e quanta determinazione abbia sempre distinto questa comunità. Ricorre proprio quest’anno l’anniversario dei “600 anni dalla dedizione del Cadore a Venezia”. Nel 1420 i cadorini si riunirono nella chiesa di Valle ed in occasione della messa votarono il passaggio dal dominio patriarcale a quello della Serenissima, accettando l’invito del Doge Tommaso Mocenigo ad annettersi alla Repubblica. Possiamo dire che non era un vero e proprio “invito” ma la comunità veniva da un periodo di amministrazione del Patriarcato di Aquileia che l’aveva portata alla deriva. Pertanto accettarono la situazione cercando di ottenere le migliori condizioni, vantaggi e privilegi possibili da Venezia.

La Repubblica dal canto suo vide nel Cadore un grande interesse legato al legname e di conseguenza “quanto chiesero, il doge concesse”.

Indipendenza legislativa, dazi, miniere … tutto fu loro permesso in cambio di una costante fornitura di legname, indispensabile per Venezia per l’Arsenale e per le sue fondamenta.

Abeti e larici,legati come zattere, fluttuavano giù per le acque del fiume Piave, diretti e manovrati dai famosi Zattieri e Menadas, abili equilibristi che “danzando” sui tronchi, scendevano col prezioso legname fino a valle, per approdare in Laguna sulla riva dell’attuale zona dei Gasometri, a finaco della chiesa di San Francesco della Vigna, un tempo sede degli stazi del legname del Cadore.

Pensate che questo stretto rapporto di fornitura durò più di tre secoli e cessò con la fine della Repubblica di Venezia, nel 1797.

Quante cose strepitose mi ha dato questo viaggio, e pensare che devo ancora arrivare alla meta: la casa natale di Tiziano.

Attraverso la strada e imbocco la via dell’Arsenale ed eccola li, una tipica casa di montagna con la scala esterna e il poggiolo del primo piano in legno scuro abbellito dai tipici vasi di gerani fioriti.

La comunità di Pieve è stata bravissima a recuperare la casa, a restaurarla e a ridonarle il fascino magico del ‘500. Tiziano era nato in una famiglia benestante, suo padre era notaio e la sua casa era piena di confort,paragonabile oggi ad una villetta in classe A.

I pavimenti in materiale prezioso, molto luminosa, il caminetto nella camera da letto … cose rare per quei tempi.

Appena si entra nei locali della piccola casa si ha quasi l’impressione di tornare indietro nel tempo. Le numerose riproduzioni di lettere e scritti di Tiziano, i pannelli informativi sulla famiglia e sulla vita del pittore ti aiutano a scoprire il lato quotidiano di Vecellio, della sua famiglia, il suo profondo legame con la terra d’origine e l’inaspettato lato imprenditoriale del maestro.

Infatti non solo gestiva una fluente ed intraprendente bottega pittorica famosissima in tutto il mondo di allora, ma gestiva con maestria il suo denaro investendolo in stretti e proficui commerci tra il Cadore e la città di Venezia.

Disseminati nei locali della casa ci sono pannelli che raccontano del pittore e copie dei suoi scritti e di documenti che lo riguardano, una visita veramente interessante.

Tra tutto, la riproduzione di un documento dell’imperatore Carlo V, il cui originale è custodito proprio li a Pieve. Ricordate quel famoso quadro che gli fece Tiziano, tutto impettito, con la sua armatura, sul cavallo … quello che sta al Prado di Madrid?

Si, proprio lui, che per ringraziarlo (ci mise anni e anni per pagargli quanto dovuto!) investì il pittore del cavalierato e gli attribuì, sempre in detto documento, tra gli altri privilegi la facoltà di creare notai “facere et creare notarios”.

“Dilecto Titiano de Vecellis” lo chiama l’imperatore in questo documento … pensate di che considerazione godeva Tiziano allora!!!

Alla fine di questo mio viaggio, sulle orme del Tiziano, secondo voi … Tiziano sapeva di calpestare il suolo anticamente romano?

Di certo amava il suo territorio e pur vivendo a Venezia tornava sempre più spesso al suo paese natale tanto da manifestare l’intenzione di voler essere sepolto nella chiesa Arcidiaconale di Pieve. Purtroppo però Tiziano fu colpito e abbattuto da febbre altissima nel 1576 (e non da peste come taluni biografi asseriscono), a Venezia nella sua casa e per questioni igienico-sanitarie fu sepolto a Venezia, nella Basilica dei Frari proprio dove, sull’altar maggiore è situata la sua magnifica e forse più famosa opera: l’Assunta.

Beh, a questo punto, visto i luoghi natali del Tiziano, mi sembra naturale andare a visitare il luogo di sepoltura. Così, mossa da gran curiosità e alla ricerca di emozioni, torno a Venezia, alla volta della Basilica dei Frari, sulle Tracce di Tiziano Vecellio.

P.S. Ho visitato la Basilica un sacco di volte ma son sicura che la vedrò con occhi diversi questa volta … poi vi racconto.

Cristina Bernardi

Cristina Bernardi

La mia rubrica si intitola “… appena torno a Venezia …” perché è difficile starle lontana!
Parlerò di tutto ciò che vedo, che scopro, che imparo sulla città, con semplicità, proprio come fosse la prima volta che ci vado, come fossi … una marziana attirata dal luccichio dello splendore di una stella nel cosmo … la Serenissima.

E se volete vengo da voi, per parlarne, per accompagnarvi, per raccontarvi …..

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