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Sulle tracce di Tiziano Vecellio, alla Basilica dei Frari.

Frari, cioè Frati Minori, è il nome familiare con cui i veneziani indicano la loro imponente “Basilica Santa Maria Gloriosa dei Frari”.Arrivando a Venezia da piazzale Roma o dalla stazione e avanzando per le calli genericamente in direzione “Rialto o San Marco” è molto probabile trovarsi a costeggiare la fiancata della Basilica, senza magari realizzare subito di cosa si tratta. Poi, fai il ponte, ti volti un attimo e resti interdetto dalla maestosità della facciata. C’è qualcosa che ti porta a tornare sui tuoi passi e a cercare di entrare, forse il silenzio che di solito avvolge il campo o forse l’ombra soffusa che si intravede dietro il portone della chiesa …
Varchi la soglia e mentre gli occhi si stanno gradualmente abituando alla luce interna, cerchi di capire che tipo di chiesa è, che cosa c’è da vedere, se si può visitare o solo pregare, ma appena ti abitui al buio interno ti accorgi che al centro, in fondo alla chiesa c’è … il motivo per cui sei entrato.
E’ il quadro dell’Assunta di Tiziano. In prospettiva, da lontano, è delle esatte dimensioni dell’arco che immette nel coro, che necessariamente bisogna attraversare per raggiungere il Presbiterio.
Vi metto una foto della veduta, giusto per farvi capire meglio … non si può sfuggire all’ attrazione, al voler raggiungere l’opera per vederla meglio, più da vicino: un effetto speciale “alla Steven Spielberg”, diremmo oggi, veramente unico.
Si, oggi sono venuta appositamente in Basilica per ri-scoprire la tomba di Tiziano ma mi perdonerete se mi faccio “rapire” un’attimo da questa “meraviglia”.
La “Regina dei Cieli” raffigurata nella sua meravigliosa semplicità ma consacrata dalla luce del dipinto, mentre sale verso il “Sommo Re dei Cieli” … altro non riesco a dire, … è semplicemente magnifica.
Il Canova disse che è il “quadro più bello del mondo”!
Senza indugiare oltre raggiungo la tomba del Tiziano, che si trova vicino all’entrata principale della chiesa, sulla navata destra.
Il monumento fu commissionato dall’austriaco imperatore Ferdinando 1°, nel 1838, a Luigi Zandomeneghi, il cui progetto si distinse tra i 12 presentati.
Non sembra anche a voi un astuto sistema di Ferdinando per conquistarsi notorietà ed immortalità, ed avere il proprio nome su un monumento nella Gloriosa Basilica dei Frari?
Infatti sulla sommità del monumento c’è lo stemma asburgico sullo scudo sorretto dal Leone di San Marco. Non manca poi, proprio al centro del monumento all’altezza degli occhi del visitatore, il suo nome accanto a quello del Sommo Pittore, circondati da ghirlanda d’alloro: “TITIANO – FERDINANDUS I – …”
Un’opera imponente, in marmo di Carrara bianchissimo, con la statua coronata di Tiziano al centro, tra la due figure, la “natura universale” e il “genio del sapere”.
Ma … lo sapevate che , li, Tiziano non c’è? Il suo corpo non fu più trovato!
Quando si trattò di recuperare le sue spoglie per collocarle nel monumento appena ultimato, sotto la lapide che segnava il luogo di sepoltura, il “Grande Artista” non c’era.
Accidenti, chissà come ci sono rimasti male!
Così hanno rimesso la pietra dov’era, ai piedi del monumento, e ancora oggi, allungandosi bene, la si può scorgere:“Qui giace il gran Tiziano de’ Vecelli – emulator de’ Zeusi e degli Apelli”.
Ne hanno anche collocato un’altra vicina, che testimonia: ”Lapide antica / qui trovata e qui ricollocata / benché senza traccia / della mortale spoglia del pittore / MDCCCLII”.
Dunque, non solo la data di nascita di Tiziano resta un’incognita, ma anche la morte e la sua sepoltura restano ancora avvolte in un velo di mistero.
Infatti, ad esempio,la maggior parte dei biografi di Tiziano ritiene che sia morto di peste qualche giorno dopo suo figlio Orazio, ma recentemente hanno rinvenuto un’annotazione del piovano di San Canciano, che annota“amalato de fevre” sul registro dei decessi della Parrocchia di Tiziano.
Tale tesi è confermata dal fatto che nonostante la peste infuriasse in città in quel momento, la Serenissima consentì di onorare il pittore con solenni funerali in deroga alle disposizioni di legge. Inoltre fu sepolto in una chiesa, cosa proibita ai morti di peste, anche se apparteneti a famiglia di nobili.
Pare inoltre che inizialmente il Pittore volesse essere sepolto nella cappella del Cristo nella Basilica dei Frari, ma che poi, a causa di divergenze con i monaci, avesse cambiato idea e che le sue ultime volontà nel testamento fossero di essere seppellito nella tomba di famiglia presso la chiesa Arcidiaconale di Pieve di Cadore.
Questa incertezza riguardo alle sue ultime volontà spiegherebbe come mai il famoso quadro della Pietà,che era destinato alla cappella veneziana in cambio del permesso di sepoltura ottenuto dai frati, non fu mai li collocato.
Per fortuna il quadro, non si sa come, si salvò.
Tutti sostengono che quest’ultima opera sia la più eccelsa e che in essa Tiziano abbia espresso tutta la sua maturità pittorica e la sua inquietudine.
Mi piacerebbe rivederla per cogliere dei particolari che mi sono sfuggiti, quasi quasi …
che ne dite, andiamo a vederla?

P.S. Ma allora dov’è il corpo del Sommo Pittore cadorino? … chissà se lo scopriremo mai.

Maria Cristina Bernardi

Maria Cristina Bernardi

La mia rubrica si intitola “… appena torno a Venezia …” perché è difficile starle lontana!
Parlerò di tutto ciò che vedo, che scopro, che imparo sulla città, con semplicità, proprio come fosse la prima volta che ci vado, come fossi … una marziana attirata dal luccichio dello splendore di una stella nel cosmo … la Serenissima.

E se volete vengo da voi, per parlarne, per accompagnarvi, per raccontarvi …..

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