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Cultura

I giardini Papadopoli tra storia e attualita’

Statue_Giardino_Papadopoli

Martedì 29 Maggio 2012 verso le 9 una scossa di magnitudo 5.8 ha colpito Venezia, distruggendo una statua dell’ingresso dei Giardini Papadopoli.  

Sono poche le zone di Venezia dove il tempo ha stravolto l’aspetto delle calli, delle case e dei palazzi, eppure la zona dell’attuale Piazzale Roma è una vera eccezione.
Nell’anno 1175 la città di Venezia fu suddivisa nei sestieri di Castello, Cannaregio, Dorsoduro, Santa Croce, San Marco e San Polo. Il Maggior Consiglio, dopo aver sostituito l’assemblea popolare, designò i rappresentanti dei sei rioni da rinnovarsi ogni anno.
L’origine dell’etimo Santa Croce è da attribuirsi al monastero- chiesa omonimo, situato sull’estremità occidentale del sestiere di Santa Croce. Una periferia povera e lontana, attraversata da un ampio specchio d’acqua che raggiungeva il rio dei Carmini, si sviluppava nelle zone della Marittima, di Piazzale Roma, del Rio Novo fino al Malcanton.
Se per secoli questa zona riusci a rimanere immutata nel 1810 con l’abbattimento della chiesa e del monastero di Santa Croce voluto da Napoleone iniziò il suo viaggio di metamorfosi. L’area dell’antica chiesa e del monastero venne acquistata dalla famiglia cretese dei Papadopoli, in particolare dal conte Spiridione Papadopoli, nato a Venezia nel 1799, il quale decise di creare un parco privato con animali e piante. I giardini Papadopoli simili ai parchi inglesi, furono ideati dal pittore scenografo vicentino Francesco Bagnara (n. 1784 – m. 1838)  nel 1834 ed ampliati nel 1863 dal francese Marc Guignon.  Sebbene i giardini fin dal Novecento rappresentavano una cornice romantica della città questo non li salvò da un altra fase di trasformazione.
Nel 1935 erano state costruite le autorimesse a piani sovrapposti di Piazzale Roma ed il Comune era diventato proprietario anche dei giardini.
Nel 1938 decise di tagliarli aprendo al centro il Rio Nuovo utile per mettere in comunicazione Piazzale Roma con la Stazione Ferroviaria. Furono cosi ridotti drasticamente e stravolti nel loro aspetto originale, distruggendo il progetto del Bagnara. Quasi come una sorte di destino beffardo all’interno dei Giardini vi sono numerose statue, tra le quali quella di Pietro Paleocapa, uno dei protagonisti assieme a Daniele Manin della resistenza di Venezia agli Austriaci dal 1848 al 1849 un uomo che combattè proprio per fermare la distruzione della sua città.
Oggi il terremoto ha contribuito a modificarne ulteriormente l’aspetto.

di Davide Busato

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